giovedì 13 novembre 2008

Il Suono di una sola mano


Il maestro del tempio Kennin era Mokurai, Tuono silenzioso.
Aveva un piccolo protetto, un certo Toyo, un ragazzo appena dodicenne. Toyo vedeva che i discepoli più grandi andavano ogni mattina e ogni sera nella stanza del maestro per essere istruiti nel Sanzen o per avere privatamente qualche consiglio, e che il maestro dava loro dei koan per fermare le divagazioni della mente.

Anche Toyo voleva fare il Sanzen.
«Aspetta un poco» disse Mokurai «sei troppo giovane!»
Ma poiché il piccolo insisteva, l'insegnante finì con l'acconsentire.

Quella sera, all'ora prestabilita il piccolo Toyo si presentò alla porta della stanza Sanzen di Mokurai.
Battè il gong per annunciarsi, fece tre rispettosi inchini prima di entrare, poi andò a sedersi in silenzio davanti al maestro.

«Tu puoi sentire il suono di due mani quando battono l'una contro l'altra» disse Mokurai.
«Ora mostrami il suono di una sola mano».
Toyo fece un inchino e se ne andò nella sua stanza per riflettere su questo problema.
Dalla sua finestra poteva sentire la musica delle geishe. «Ah, ho capito» proruppe.

La sera dopo, quando il suo insegnante gli chiese di illustrargli il suono di una sola mano, Toyo cominciò a suonare la musica delle geishe.
«No, no» disse Mokurai «questo non serve, questo non è il suono di una sola mano!»

Temendo che quella musica potesse distrarlo, Toyo si trasferì in un luogo tranquillo.
Riprese quindi a meditare. «Qual'è il suono di una sola mano?». Per caso sentì gocciolare dell'acqua. «Sì, stavolta ci sono» pensò Toyo.

Quando tornò davanti al suo insegnante, Toyo imitò il gocciolare dell'acqua.
«Cos'è questo?» sorrise Mokurai. «Non è il suono di una sola mano, è il suono dell'acqua che gocciola! Prova ancora!».

Invano Toyo meditò per sentire il suono di una sola mano. Sentì il respiro del vento, ma quel suono venne respinto.
Sentì il grido del gufo, ma anche questo venne respinto. Nemmeno le locuste erano il suono di una sola mano.
Più di dieci volte Toyo andò da Mokurai con suoni diversi. Ma erano tutti sbagliati.
Per quasi un anno si domandò quale poteva essere il suono di una sola mano.

Finalmente il piccolo Toyo entrò nella vera meditazione e superò tutti i suoni.

«Non potevo mettere insieme nient'altro, così ho raggiunto il suono senza suono».
Toyo aveva finalmente realizzato il suono di una sola mano.

1 commento:

Tekisui ha detto...

Questa storia è una delle mie preferite!
Anche se il significato ancora non so se mi è del tutto chiaro... credo di essere troppo occidentale per comprenderlo fino in fondo, ma ispirandomi al giovane allievo Toyo, credo sia talvolta più importatante "sentire", non "capire" soltanto... e questo per i praticanti di arti marziali trovo che sia l'essenziale per l'apprendimento.
Se avete un'altra idea da suggerirmi su questo testo o su ciò che ho espresso, sarei curioso di conoscerla!
Saluti,

Tekisui