domenica 30 novembre 2008

Quasi un Buddha

Un giovane universitario, che era andato a trovare Gasan, gli domandò: Hai Mai letto la Bibbia cristiana?.
No, leggimela tu disse Gasan.
Lo studente apri' la Bibbia e lesse da san Matteo: E perchè ti preoccupi del vestiti? Guarda come crescono i gigli del campo: essi non lavorano Salomone in tutta la sua gloria era abbigliato come uno di loro... Percio' non darti pensiero del domani, perchè sarà il domani a pensare alle cose....
Gasan osservò: Chiunque abbia detto queste parole, a me sembra un uomo illuminato.Lo studente continuo' a leggere: Chiedi e ti sarà dato, cerca e troverai, bussa e ti sarà aperto. Perchè colui che chiede riceve, e colui che cerca trova, e colui che bussa verrà aperto. Gasan commento':Questo è molto bello. Chiunque l'abbia detto, è quasi un Buddha.

Da: 101 Storie Zen - Adelphi

mercoledì 19 novembre 2008

Kashima Shinto-ryu e Aikido


Kashima Shinto-Ryu (鹿岛新当) È un tradizionale (Koryu) scuola di arti marziali giapponesi, durante il tumultuoso Sengoku Jidai, un tempo di guerra feudale, la scuola di tecniche si basano sul campo di battaglia esperienza e ruotano intorno a trovare punti deboli nella armatura.
Fondata da Tsukahara Bokuden nel periodo Muromachi (1490-1571), figlio di un prete Shinto del santuario di Kashima, nella prefettura di Ibaraki. La Kashima Shinto ryu è una della più antiche e vigorose organizzazioni del Giappone. Una delle caratteristiche più interessanti della Kashima Shinto ryu è la sua natura ampia e olistica. Sebbene l’allenamento si basi sull’uso della spada, la Kashima Shinto ryu bugei, praticata oggi, comprende dodici particolareggiate discipline militari (bujutsu): kenjutsu scherma, batto-jutsu (arte di sguainare la spada); naginata-jutsu (uso della naginata, particolare di lancia); sojutsu (uso dell’alabarda); kenjutsu-tachiai (uso della spada contro altre armi); shuriken-jutsu (uso di dardi da lancio); jujutsu; kenpo (colpire l’avversario con pugni e calci); bojutsu (uso del bastone lungo); jojutsu (uso del bastone corto); kaiken-jutsu or tanto-jutsu (uso del coltello e della spada corta); and tasuki-dori or hobaku-jutsu (immobilizzare e legare un avversario). Queste discipline si intrecciano e coesistono come componenti di un singolo intero. Ognuna contiene tutte le altre ed è, allo stesso tempo presente in tutte le altre. Ognuna di queste si basa sugli stessi principi di pensiero e movimento, differenziandosi solo nell’interazione di questi principi con le caratteristiche peculiari dell’arma usata. Nessuna è completa in se stessa. La Kashima Shinto ryu bugei, come un’entità dietro una semplice sequenza di trucchi e strategie per il combattimento, si rivela quando è presa nel suo intero, quando tutte e dodici le discipline bujutsu sono integrate in un singolo budo.

Riferimenti.:

Aikido e dintorni
aikidojo


giovedì 13 novembre 2008

Il Suono di una sola mano


Il maestro del tempio Kennin era Mokurai, Tuono silenzioso.
Aveva un piccolo protetto, un certo Toyo, un ragazzo appena dodicenne. Toyo vedeva che i discepoli più grandi andavano ogni mattina e ogni sera nella stanza del maestro per essere istruiti nel Sanzen o per avere privatamente qualche consiglio, e che il maestro dava loro dei koan per fermare le divagazioni della mente.

Anche Toyo voleva fare il Sanzen.
«Aspetta un poco» disse Mokurai «sei troppo giovane!»
Ma poiché il piccolo insisteva, l'insegnante finì con l'acconsentire.

Quella sera, all'ora prestabilita il piccolo Toyo si presentò alla porta della stanza Sanzen di Mokurai.
Battè il gong per annunciarsi, fece tre rispettosi inchini prima di entrare, poi andò a sedersi in silenzio davanti al maestro.

«Tu puoi sentire il suono di due mani quando battono l'una contro l'altra» disse Mokurai.
«Ora mostrami il suono di una sola mano».
Toyo fece un inchino e se ne andò nella sua stanza per riflettere su questo problema.
Dalla sua finestra poteva sentire la musica delle geishe. «Ah, ho capito» proruppe.

La sera dopo, quando il suo insegnante gli chiese di illustrargli il suono di una sola mano, Toyo cominciò a suonare la musica delle geishe.
«No, no» disse Mokurai «questo non serve, questo non è il suono di una sola mano!»

Temendo che quella musica potesse distrarlo, Toyo si trasferì in un luogo tranquillo.
Riprese quindi a meditare. «Qual'è il suono di una sola mano?». Per caso sentì gocciolare dell'acqua. «Sì, stavolta ci sono» pensò Toyo.

Quando tornò davanti al suo insegnante, Toyo imitò il gocciolare dell'acqua.
«Cos'è questo?» sorrise Mokurai. «Non è il suono di una sola mano, è il suono dell'acqua che gocciola! Prova ancora!».

Invano Toyo meditò per sentire il suono di una sola mano. Sentì il respiro del vento, ma quel suono venne respinto.
Sentì il grido del gufo, ma anche questo venne respinto. Nemmeno le locuste erano il suono di una sola mano.
Più di dieci volte Toyo andò da Mokurai con suoni diversi. Ma erano tutti sbagliati.
Per quasi un anno si domandò quale poteva essere il suono di una sola mano.

Finalmente il piccolo Toyo entrò nella vera meditazione e superò tutti i suoni.

«Non potevo mettere insieme nient'altro, così ho raggiunto il suono senza suono».
Toyo aveva finalmente realizzato il suono di una sola mano.